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La Fondazione P.G.R. è lieta di annunciare che la vincitrice della prima edizione del Premio “Per Grazie Ricevute” sul fenomeno degli ex~voto è Alessandra Rocchetti, per la sua testi di laurea magistrale in epigrafia latina “Le defixiones acquatiche nel mondo romano” discussa presso l’Università di Macerata nell’anno accademico 2019/2020.

 

Il lavoro è costituito dallo studio e dall’edizione commentata di un corpus di defixiones – lamine di piombo attraverso le quali il fedele chiedeva l’intervento di entità sovrannaturali per procurare un danno a terzi – offerte in ambienti marini, lacustri e fluviali.

 

La pratica, palesemente distante da quella dell’ex~voto cristiano, presenta purtuttavia con questo vari aspetti di contatto, quando non di vera e propria corrispondenza. Anzitutto, entrambe le forme votive implicano la convinzione di poter persuadere (se non vincolare) entità sovrannaturali a intervenire in soccorso del fedele. Pur tipiche di una religiosità popolare, né l’una né l’altra pratica sono quindi precluse anche a uomini, e donne, di classe sociale elevata. Altri aspetti di prossimità risultano infine l’utilizzo e la ripetizione di stili formulari; il frequente impiego, per preparare l’artefatto, di veri e propri professionisti della scrittura (e del disegno); il richiamo a forme di giustizia che solo le divinità sono in grado di concedere; la preferenza per entità minori (daemones e ninfe allora, santi oggi) cui richiedere l’ottenimento dell’evento miracoloso.

 

L’elaborato, conforme a tutti i criteri del bando, spicca per la complessità della materia trattata e per le competenze necessarie a studiarla: dall’epigrafia alla paleografia, passando per la papirologia e la storia delle religioni. Su quest’ultimo punto il lavoro – che indaga reperti rinvenuti, spesso in prossimità di santuari, in vari parti dell’Impero di Roma: dalla Grecia alla Britannia, dalla Germania all’Italia – si sofferma sulle convergenze sincretiche tra il pantheon tradizionale e l’eredità religiosa preromana (celtica in particolare), ma mostra anche l’importanza, la forza e l’influenza dei nuovi dei giunti dall’Oriente (Cibele, Attis, la Mater Magna, Seth e Abrasax). Nella più ampia prospettiva di chi si occupa per lo più del fenomeno votivo cristiano, si è portati così a interrogarsi sulla dimensione locale della devozione dei santi (alcuni antichi, ma altri, giova ricordare, recenti se non recentissimi): alla vera e propria inculturazione cioè cui costoro sono andati e vanno incontro grazie a tradizioni locali amplificate, quando non generate, dai singoli santuari.

 

La tesi – che contiene anche alcuni, ben temperati, confronti con pratiche folcloriche successive (attestate da Dante come dai fratelli Grimm) – presenta infine un ultimo aspetto che preme sottolineare: l’attenzione al dato materiale, certo intrinseca a una disciplina quale l’epigrafica, offre purtuttavia importanti opportunità di confronto per chi si occupa dello studio e dell’edizione delle tavolette votive dell’età medievale e moderna, ricordando la complessità di oggetti che, troppo a lungo e con troppa frettolosità, si sono liquidati come “semplici” in quanto “popolari”.

 

Milano, 9 maggio 2022

La Commissione giudicatrice

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